Dipartimento Ipertensione ed Aritmia

IPERTENSIONE ARTERIOSA

 

Tabella 1: Classificazione dell’ipertensione arteriosa secondo il JNC7*

    Pressione sistolica (in mmHg) Pressione diastolica (in mmHg)
Normale   90-119 60-79
Pre-ipertensione   120-139 80-89
Ipertensione stadio 1   140-159 90-99
Ipertensione stadio 2   ≥ 160 ≥ 100
Ipertensione sistolica isolata   ≥ 140 ≥ 90

 

* Joint National Committee

Fonte: Ministero della Salute

Nel 90-95% dei casi l’ipertensione arteriosa non ha una causa evidente; questa forma viene dunque indicata come “ipertensione essenziale”. In una minoranza dei casi invece (5-10%) l’ipertensione è causata da un’altra condizione medica, in genere una malattia del sistema endocrino (feocromocitoma, sindrome di Cushing, iperparatiroidismo, adenoma surrenalico aldosterone secernente, alterazioni della tiroide) o dei reni (insufficienza renale cronica, restringimento di un’arteria renale) o ancora può essere secondaria all’assunzione di farmaci (associazioni estro-progestiniche, farmaci antidolorifici o per la cefalea, ecc.).

Secondo l’Osservatorio epidemiologico cardiovascolare/Health examination survey (Oec/Hes), volto ad esaminare campioni rappresentativi della popolazione generale in tutte le regioni italiane per valutare la distribuzione dei fattori di rischio e delle condizioni a rischio nella popolazione adulta italiana per quanto riguarda l’ipertensione arteriosa, nella fascia di età 35-79 anni la pressione sistolica (Pas) media è 134 mmHg negli uomini e 129 mmHg nelle donne; i valori, sempre più alti negli uomini rispetto alle donne, sono più elevati al Nord e al Sud rispetto al Centro. La pressione diastolica (Pad) mostra un andamento analogo. Complessivamente più del 50% degli uomini e più del 40% delle donne sono ipertesi; si discostano da questi valori solo le donne dell’Italia centrale (38%). Anche per quanto riguarda il trattamento antipertensivo il quadro appare migliore per le donne: gli uomini sono più trattati perché maggiore è la prevalenza dell’ipertensione, ma le donne ipertese non trattate sono di meno (33%) rispetto agli uomini ipertesi non trattati (43%). Questo andamento è simile nelle macroaree; da notare che la proporzione di uomini ipertesi trattati è maggiore al Sud (ipertesi trattati 64%, ipertesi non trattati 36%, rispetto al 56% e al 50% degli uomini ipertesi che sono trattati al Centro e al Nord). Lo studio in questione è stato pubblicato ad Aprile 2013 ed ha esaminato un campione rappresentativo della realtà dal 2008 al 2012. Quest’ultimo ha coinvolto 9107 uomini e donne di età 35-79 anni. Lo studio, eseguito secondo metodologie standardizzate, fornisce un quadro attuale della pressione arteriosa e consente di valutare i cambiamenti dell’ultimo decennio.

Un punto di notevole interesse è l’aumento della prevalenza delle persone con pressione arteriosa inferiore a 140/90 mmHg, in modo significativo; ciò risulta essere una chiara indicazione che negli ultimi 10 anni la pressione media è diminuita nella popolazione italiana di circa 3 mmHg grazie alle azioni di prevenzione intraprese. Questo, in termini di un futuro sviluppo di malattia cardio-cerebrovascolare, significa una riduzione del 23% degli ictus attesi e del 17% delle malattie cardiovascolari; in termini assoluti questa variazione può tradursi in 40.000 ictus e circa 60.000 infarti del miocardio in meno nella popolazione italiana.

La Commissione Tecnica Nazionale del “Dipartimento Cardiocircolatorio” sta lavorando sulle seguenti tematiche in funzione di abbattere gli sprechi economici, estrapolare sul territorio nazionale/regionale le criticità del settore, elaborare soluzioni concrete e sostenibili con un’ottimizzazione dell’outcome sul paziente e dell’impegno economico del SSN.